Demozzi contro Demozzi: vince ancora Demozzi In evidenza

“Ti piace vincere facile!” diceva, sulle note di ponci, ponci, po po po, la voce fuoricampo della pubblicità di gratta e vinci rivolgendosi a Robinson Crusoe il quale aveva appena indovinato di chi erano le mani con cui la persona avvicinatasi silenziosamente dal retro gli aveva coperto sugli occhi. Certo che erano di Venerdì, ma di chi altro potevano essere visto che sull’isola c’erano soltanto loro due?
Qualcuno alla vigilia avrà pensato che la rielezione di Claudio Demozzi alla presidenza dello Sna fosse altrettanto scontata e poi, a scrutinio avvenuto, che i 363 voti ricevuti sul totale di 385 siano la conseguenza naturale della mancanza di liste alternative, anche se in realtà le cose sono andate in modo diverso.
Non si è trattato infatti di una situazione così prevedibile come potrebbe sembrare e molti di coloro che come me sono stati più vicini al Presidente Demozzi nella fase precongressuale possono testimoniarlo. In realtà la posta in gioco non è mai stata la sua conferma, essendo quantomeno improbabile che qualche sporadica voce fuori dal coro potesse trasformarsi in una linea ideale alternativa o addirittura in una lista concorrente. E d’altro canto dai dissidenti impegnati nell’alimentazione quotidiana della nota chat al veleno non è mai venuta una, che sia una, indicazione politica sui temi di maggiore cogenza per la categoria.
La vera difficoltà per Demozzi consisteva piuttosto nel riuscire a battere se stesso, nel trovare cioè le motivazioni necessarie ad affrontare il quarto triennio con l’entusiasmo di cui hanno bisogno gli agenti in questo momento che si annuncia drammatico, con il covid-19 alle porta delle nostre case e la crisi economica a quella delle nostre agenzie.
Abbiamo bisogno di un Presidente forte, consapevole dell’autorevolezza ricevuta dal plebiscito elettorale riscosso nelle relazioni con la controparte istituzionale, le autority di settore, il mondo politico per affermare che la centralità del canale agenziale nella distribuzione assicurativa passa attraverso l’indipendenza giuridica dalle fabbriche prodotti e attraverso il riconoscimento del ruolo sociale svolto dagli agenti a favore della collettività.
E ce l’abbiamo, un Presidente forte. Sapete per quale motivo ne sono sicuro? Non soltanto perché il Presidente Demozzi ha costruito una squadra convincente, o perché il suo programma contiene numerosi elementi innovativi orientati verso lo sviluppo imprenditoriale delle agenzie, o ancora perché la sua Relazione congressuale ribadisce con fermezza la volontà di tutelare i diritti e le prerogative conquistate dalla categoria in un secolo di impegno sindacale. Ve lo dico con convinzione perché all’uscita dalla sede di Via Lanzone, quando finalmente mi sono trovato solo con lui qualche momento e l’ho abbracciato per congratularmi, mi ha detto con l’aria stupita: “è bello, sembra come la prima volta” e si riferiva alle sensazioni provate in occasione della prima elezione, quando vincemmo per una manciata di voti nell’incredulità generale e contro tutti i potentati sindacali.
Ecco, l’ingenuità di quell’espressione mi ha testimoniato, laddove ve ne fosse ancora bisogno, che non si è fatto prendere dalla freddezza del potere e dall’abitudine a comandare. È ancora l’eterno ragazzino, spinto dalla passione, che chiede il massimo a se stesso e a coloro i quali decidono di condividere il suo impegnativo percorso sindacale.
Non era quindi scontato che il Demozzi appassionato vincesse contro il Demozzi razionale, ma per fortuna nostra e sua, c’è riuscito anche stavolta.
Roberto Bianchi