La Corte di Cassazione rimodula le responsabilità civili dei pedoni sulle strade. Il clamoroso caso dell'investimento di un ciclista
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MILANO - Clamorosa sentenza della Corte di Cassazione in materia di circolazione stradale. Viene sancito, infatti, il principio secondo il quale è sempre responsabile del sinistro il pedone che - percorrendo una pista ciclabile - provoca la caduta di colui che è in bici. La Suprema Corte ha infatti confermato la condanna di una signora fiorentina che, senza guardare, era scesa da un marciapiede e si era trovata nel bel mezzo di un tratto di strada riservata ai ciclisti, finendo per far cadere una incolpevole signora in sella ad una bicicletta.
Denunciato per «condotta colposa consistita nella violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale», il pedone - dopo alterne vicende - ebbe a chiedere giustizia alla Corte di Cassazione. La Quarta Sezione Penale della Suprema Corte, con la sentenza 35957/2014, ha confermato il verdetto di responsabilità emesso dalla Corte di Appello, dando il via libera al proseguimento della causa civile per la quantificazione definitiva dei danni da risarcire alla ciclista. Si apre, dunque, un capitolo in ordine alla risarcibilità del danno nel caso di un incidente automobilistico o motociclistico provocato dalla circolazione di pedoni su tratti stradali anziché sugli appositi marciapiedi.
Mario Cibo