Martedì, 23, Apr, 7:35 PM

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Giacomo Anedda

 

 Se abbiamo letto e capito bene quanto pubblicato dal sito "Borsa Italiana", pare che un'associazione di pochi iscritti, riconducibili alla rappresentanza di un marchio assicurativo di assoluto rilievo, chiesto all' Ania di infischiarsene delle richieste dello Sna , e di procedere alla riapertura del tavolo delle trattative riguardanti il ​​​​rinnovo dell'accordo Ana. Questa sigla così intraprendente, risponde al nome di Anagina , forte di appena 350 unità ma che, per loro stessa ammissione, danno lavoro a circa 3.500 impiegati e incassano poco più di 4 miliardi di euro.   Centesimo più, centesimo meno, stiamo parlando di circa 120 milioni di premi incassati per singolo agente – 10 milioni al mese - un importo che, se suddiviso per i 3.500 dipendenti, distribuisce il carico amministrativo di appena 1.200.000 a dipendente.
Se quanto scritto da Borsa Italiana è corretto, ma non ci sono ragioni per credere il contrario, la notizia fa sorgere alcune perplessità, la prima: sarebbe interessante capire cosa ci stia a fare, al tavolo del rinnovo ANA, una associazione che rappresenta meno del 2% degli intermediari operanti in Italia; da chi e per quale ragione, questa associazione mono marchio è stata invitata?Quale contributo puòosare rispetto ai problemi espressi dalla, la quale notoriamente, produrre qualche milione in meno di incassi, e magari fa fatica a mantenere anche un solo dipendente? A sottufficiale dalla loro generosa disponibilità a soprassedere alla disciplina condivisa, riguardante l'utilizzo dei dati della clientela, altra quale proposta, questi così benestanti, si sono fatti carico di sostenere? Quale priorità,
La seconda: riflettendo sulla presenza di Anagina al tavolo ANA, viene da domandarsi se nel nostro Paese, il valore della rappresentanza sindacale sia affidata alla libera interpretazione di qualcuno, o seppure è una condizione indispensabile su cui far poggiare gli accordi di interesse collettivo.Il solo pensare prima e passare poi, la richiesta di Anagina di prendere a rimangiarsi l'impegno di inserire la gestione dati nell'accordo, dimostra quanta poca serietà vi sia intorno ad alcune sedicenti rappresentanze di categoria.
Forse è qui il caso di ricordare a quei signori, che Sna è il sindacato che da oltre 100 anni rappresenta e difende la categoria degli agenti di assicurazione e che con i suoi 10.000 iscritti rappresenta oltre l'80% di tutti gli intermediari iscritti a organizzazioni generalista. Sna è anche l'unica rappresentanza sindacale ad aver depositato una bozza del possibile nuovo accordo ed aver indicato gli argomenti che la categoria chiede con insistenza che sono stati trattati.Da osservatori esterni, seppure interessati, se avessimo avuto un qualche titolo per dialogare con l'Ania, dopo le infelici affermazioni di Anagina, gli avrebbe suggerito di ripensare alla lista degli invitati. 
Giacomo Anedda

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