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Giacomo Anedda


♦ Abbiamo appena letto la notizia che British Telecom intende tagliare 55 mila posti di lavoro, mentre Vodafone si accontenta di mandarne a casa soltanto 11 mila. Pur nella sua drammaticità, soprattutto per quelle famiglie in procinto di ritrovarsi senza un reddito e un’occupazione, la notizia in sé potrebbe apparirci di routine e, tutto sommato, poco interessante per il nostro settore, ma purtroppo non è così.
Analizzando infatti le cause del crollo economico delle TLC (società telefoniche) sopra indicate, si scopre che la causa principale di detta crisi è inversamente proporzionale alla crescita economica di un altro genere di società, le quali proprio grazie agli investimenti e allo sviluppo industriale garantito dagli operatori della rete telefonica – il rame prima e la fibra dopo - hanno fatto sì che altre organizzazioni se ne avvantaggiassero, raccogliendo e organizzando milioni di dati e altrettanti milioni di informazioni, sino a rendersi indipendenti dai loro stessi fornitori, per poi impiantare un business di qualità superiore.
Al punto tale che oggi, proprio quei fornitori che hanno permesso che tutto ciò accadesse, annaspano per mancanza di business. Un vero e proprio suicidio, le cui conseguenze negative ricadono soprattutto sui lavoratori, sulla parte più debole, ma non certo sui manager milionari che quelle aziende hanno gestito.
Il suicidio così volgarmente descritto – chiediamo scusa ai lettori più esigenti – ci ha fatto immediatamente pensare alle pressanti strategie delle maggiori compagnie di assicurazione le quali, stanno spingendo affinché siano le loro stesse reti di vendita a dare l’impulso definitivo al canale dell’online. Quei soggetti in carne e ossa che normalmente lavorano nelle agenzie.
Ebbene stando alle proposte delle mandanti, fatte pervenire ai rispettivi gruppi agenti, le rispettive reti (che probabilmente qualcuno giudica essere particolarmente stupide), dovrebbero cambiare il paradigma del loro lavoro e affidarsi massicciamente agli strumenti informatici di nuova generazione, messi loro a disposizione dalle generose mandanti, per
educare la clientela a servirsene a sua volta in modo autonomo. Le reti così istruite e addomesticate, rassicurate a volte dai loro stessi rappresentanti, dovrebbero smanettare sui gestionali delle compagnie per caricate tutti quei dati e tutte quelle informazioni utili a favorire e alimentare la vendita a distanza. Distante dall’intermediario naturalmente. Distante dalla reciproca empatia tra agente e cliente che, a ben vedere, è la vera ed unica ricchezza in possesso agli intermediari, di cui le mandanti non possono appropriarsi senza la complicità degli stessi agenti.
Chi ancora oggi si ostina ingenuamente a non vedere quali siano le inevitabili conclusioni di un siffatto business, o è cieco dalla nascita, o vive sulla Luna, oppure, molto più semplicemente, è in perfetta malafede.
Giacomo Anedda

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