MILANO - La stampa specializzata ha dedicato un certo spazio al “Global Insurance Report” della nota società di consulenza McKinsey. Si tratta della prima edizione della pubblicazione, che analizza gli aspetti salienti del settore assicurativo mondiale concentrandosi sul presente e futuro di questo importante segmento economico.
Secondo questi esperti, dieci anni di tassi d’interesse bassi, le pressioni sui prezzi, i nuovi competitor come le piattaforme digitali e la crescita troppo lenta della domanda, rischiano di sospingere le Imprese assicurative verso un ruolo ridimensionato a semplici produttori, fornitori di prodotti al servizio degli Intermediari.
Nonostante la pandemia, che come noto ha permesso alle principali Compagnie di realizzare sovra-utili imprevisti, secondo gli analisti il settore ha rallentato la sua corsa per quanto riguarda la produzione di valore. Nel 2020, la pandemia di Covid-19 ha innescato una recessione economica globale senza precedenti nella storia moderna. Solo a seguito della messa in atto, da parte di quasi tutti i Governi del mondo, di rilevanti misure di sostegno all’economia, la recessione si è arrestata, lasciando il posto ai primi segnali di ripresa. Conseguentemente, i mercati finanziari hanno mostrato un andamento altalenante.
L’impatto di questi eventi eccezionali sul settore assicurativo è stato notevole: nel 2020, la crescita dei premi si è fermata a circa l’1,2%, a fronte di una crescita media annua di oltre il 4% registrata tra il 2010 e il 2020, mentre i profitti sono diminuiti di circa il 15% rispetto al 2019, su base mondiale. Il calo è stato più marcato nell’area Asia-Pacifico (-36%) ed è stato trainato in particolare dal settore vita. I dati preliminari suggeriscono che la crescita dei premi e degli utili avrà un rimbalzo nel 2021, soprattutto nelle regioni in cui la campagna vaccinale ha reso nuovamente possibili molte attività.
Come sappiamo, in Italia gli utili dell’industria assicurativa hanno invece proseguito ad un ritmo di crescita tutt’altro che trascurabile. Nell’anno 2020 solo il ramo Rcauto ha portato alle assicurazioni, in Italia, un utile di oltre 1,5 miliardi di euro, in crescita del 134% rispetto al 2019. L’utile complessivo è stato di 8,6 miliardi di euro, in linea con quello realizzato -sempre in Italia- l’anno precedente (2019).
Ritornando alla visione mondiale, secondo McKinsey tra i fattori che rischiano di incidere negativamente sull’andamento del business assicurativo nei prossimi anni vi sono: i bassi tassi di interesse, la pressione sui prezzi resa più marcata dalle politiche di trasparenza tariffaria attuate in diversi Paesi e la presenza sempre più diffusa sul mercato di competitor aggressivi come le piattaforme digitali. Altra criticità rilevante, viene segnalata a livello della domanda, che cresce troppo lentamente o, in alcuni mercati, non cresce affatto. Per le compagnie, secondo gli analisti McKinsey, è cominciata una vera e propria continua lotta per il cliente, spesso ingaggiata contro le insurtech, che poi sono le società partners delle stesse compagnie, delle quali guidano l’innovazione digitale ed attraggono gli investimenti, giunti ormai a superare i 7 miliardi di dollari nel 2019 e per i quali si prevede il raddoppio nei successivi due anni.
“Ancora una volta - ha commentato il Presidente nazionale Sna Claudio Demozzi - le compagnie rischiano di investire buona parte delle loro risorse in direziona sbagliata, come già accaduto con le compagnie telefoniche/dirette, che hanno assorbito cifre enormi ed alla fine hanno prodotto perdite di bilancio ed incontenibili pressioni sui prezzi. Certe strategie promettono risultati nel breve periodo, ma comportano sacrifici ed il ridimensionamento del business, della centralità distributiva, nel medio lungo periodo. Sarebbe molto più utile ritornare ai fondamentali, che le compagnie tornassero ad investire sugli agenti professionisti!".
La Redazione