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MILANO - Come noto la giustizia italiana ha tempi lunghi, ma alla fine arriva. Ne sa qualche cosa l'azienda di trasporti Fratelli Franchin di Ospedaletto Euganeo, chiamata a difendersi nel corso di quasi dieci anni dalle richieste sanzionatorie della Polizia Stradale che aveva comminato ben 26 multe all'autista di un mezzo pesante della ditta per non aver esibito i fogli del tachigrafo relativi ai 28 giorni precedenti.
Una vicenda grottesca che contrapponeva dal un lato l'azienda di trasporti padovana e dall'altro la Prefettura di Firenze. In prima istanza il Giudice di Pace dava ragione all'autista. Da qui il ricorso in Corte d'Appello di controparte, la quale si vedeva riconosciuta in secondo grado la piena legittimità di tutte le sanzioni. Nessuna esclusa.
Ma la perseveranza della Fratelli Franchin la portava fino alle sezioni della Corte di Cassazione, chiamata quest'ultima ad una interpretazione normativa definitiva. La Suprema Corte con sentenza 41029/21 poneva l'attenzione su quanto già disposto dalla Corte di Giustizia Europea, vale a dire sul principio secondo il quale "in caso di mancata presentazione, da parte del conducente di un veicolo pesante sottoposto a un controllo, dei fogli di registrazioni, le autorità competenti sono tenute a constatare un’infrazione unica in capo a tale conducente e a infliggergli per la stessa un’unica sanzione".
Per questi motivi i giudici della Cassazione davano pienamente ragione alla ditta Fratelli Franchin, obbligata quest'ultima a pagare solamente una sanzione amministrativa e non 26. Veniva ordinato al contempo l'annullamento immediato di tutti i verbali della Polizia Stradale e, non ultima, della sentenza della Corte di Appello di Firenze.
Luigi Giorgetti

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