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Bianca Maria Farina


MILANO - In vista delle elezioni europee del prossimo giugno, l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici ha, promosso nel pomeriggio di lunedì scorso, un incontro dal titolo “Proposte di Ania per la legislatura europea”, dedicato alle sfide che il settore assicurativo sarà tenuto ad affrontare nel periodo 2024-2029.
Hanno partecipato all’appuntamento Carlo Corazza, Direttore Rappresentanza del Parlamento Europeo in Italia, la Presidente dell’Ania Maria Bianca Farina, l’on. Antonio Tajani, Vicepresidente del Consiglio e Ministro Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’on. Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il PNRR che ha inviato un videomessaggio e, nella seconda parte dell’evento, Giancarlo Fancel, Country Manager e CEO di Generali Italia e Matteo Laterza, AD di UnipolSai Assicurazioni. In chiusura, dedicata alle risposte della politica, hanno preso la parola l’on. Federico Mollicone (FdI), l’on. Nicola Procaccini (FdI), l’on. Marco Zanni (Lega), l’on Fabio Massimo Castaldo (Azione), l’on. Irene Tinagli (PD), Presidente della Commissione per i problemi Economici e Monetari del Parlamento Europeo (ECON).
La Presidente Farina nella sua introduzione ha invocato alcuni cambiamenti nella prossima legislatura europea espressi più ampiamente nel documento contenente le proposte dell’Ania alla classe politica che uscirà dalle elezioni di giugno. “Siamo di fronte - ha affermato - a cambiamenti strutturali che modificano la natura e l’entità dei rischi da cui dobbiamo proteggere cittadini e imprese: cambiamenti climatici che fanno crescere i danni catastrofici, cyber risk per l’aumento delle digitalizzazione, richiesta di assistenza sanitaria aggiuntiva dovuta all’aumento dell’età media, rischi geopolitici e rischi terroristici”.
Ha poi aggiunto: “Ogni anno gli assicuratori europei garantiscono prestazioni per risarcimento dei sinistri o eventi legati alla vita umana per oltre 1.000 miliardi di euro” e, “con oltre 10.000 miliardi di euro di investimenti, di cui 900 in Italia”, che fanno dell’industria assicurativa il maggiore investitore istituzionale dell’Unione europea, forniscono “un impulso rilevante agli investimenti necessari per la transizione ecologica e digitale”.
Soprattutto, aggiungiamo noi, provvedono in misura cospicua alla soddisfazione del fabbisogno statale. Non c’è dubbio, infatti, che la quota di debito pubblico italiano detenuta dall’Ania, superiore al 18% del totale, finisca per esercitare una certa pressione sulle scelte di qualunque politico impegnato nel far quadrare i bilanci, incutendo quel timore reverenziale del quale lo Sna accusa spesso di essere afflitto il legislatore italiano.
Il fulcro della nota elaborata dall’Associazione delle imprese, di natura marcatamente politica, risiede a nostro avviso nel richiamo alla semplificazione e alla razionalizzazione burocratico-normativa: “Il settore assicurativo è stato sottoposto, nel corso dell’ultimo quinquennio, a un aumento costante di testi legislativi aventi un impatto sulle sue attività (si è passati da 21 testi nel 2019 a 63 testi nel 2023), nei più diversi ambiti di applicazione... questi numeri sono eccessivi, perché non consentono alle imprese di mettersi al passo e adeguare il loro business model ai continui cambiamenti e, in alcuni casi, risulta compromessa la competitività dell’industria europea”.
Ne consegue che la proposta più significativa contenuta nel documento risulta quella di adottare una “pausa legislativa” e di valutare con maggiore attenzione l’impatto cumulativo delle nuove norme con le altre già esistenti “concentrandosi sull’implementazione delle misure adottate più che sul proporne di nuove, laddove non sia assolutamente necessario”. Rafforza questo concetto un’affermazione che non lascia spazio a interpretazioni: “riteniamo che il numero attuale di normative sia eccessivo” e su questo punto non possiamo che concordare pienamente.
I vari atti legislativi, peraltro non privi di incoerenze e duplicazioni, impongono nel caso dei prodotti IBIP, tanto per fare un esempio, di fornire alla clientela ben 339 informazioni nella fase precontrattuale che, aggiungiamo noi, si trasformano nella produzione di una mole poderosa di documenti cui nessuno presterà mai alcuna attenzione. Per questo motivo andrebbero rafforzate le analisi d’impatto introducendo il “controllo di competitività come criterio obbligatorio da soddisfare quando si propone una nuova legislazione”.
Chissà che il documento predisposto dall’Ania finisca per rafforzare l’azione svolta dallo Sna per riportare il dibattito europeo e nazionale riguardante le regole del settore assicurativo nello stretto ambito della tutela del consumatore svincolandolo dalla finalità burocratica di legittimare l’esistenza dello stesso regolatore. Sarebbe un successo non irrilevante per gli agenti di assicurazione schiacciati da una proliferazione normativa che rischia di comprometterne la sopravvivenza.
Roberto Bianchi

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