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MILANO - Nel mondo in continua evoluzione delle istituzioni bancarie, Intesa Sanpaolo ha recentemente suscitato sconcerto tra alcuni dei suoi clienti. Più di 300.000 hanno infatti scoperto di essere stati automaticamente trasferiti su Isybank, la nuova divisione digitale dell'istituto, senza che sia stato chiesto loro alcun esplicito consenso. Questo passaggio è stato effettuato attraverso un sistema di "silenzio-assenso", che ha suscitato diverse reazioni tra i correntisti.
Per molti clienti, la notizia del loro trasferimento a Isybank è stata una sorpresa spiacevole. La banca ha optato per comunicare il passaggio forzoso tramite la sua App, e chi non ha letto la notifica o non ha manifestato la sua contrarietà è stato automaticamente "dirottato" verso il nuovo istituto. Questo ha causato una serie di reazioni negative sui social media e sul web, con molti clienti che si chiedono perché questa decisione sia stata presa senza la loro approvazione diretta.
Intesa Sanpaolo ha difeso questa iniziativa, affermando che tutto è avvenuto nel rispetto delle norme di legge e ha peraltro sottolineato che le lamentele dei clienti sono state poche rispetto al numero complessivo di soggetti coinvolti, definendole "una percentuale irrilevante". Tuttavia, questa affermazione è stata accolta con scetticismo da parte di alcuni clienti e organizzazioni dei consumatori.
La selezione dei conti da trasferire è stata basata sull'analisi dei comportamenti dei correntisti. Chi ha effettuato poche operazioni in filiale è stato considerato idoneo per essere assegnato alla divisione online, presumibilmente più adatta alle loro esigenze. Questo ha suscitato domande sulla trasparenza e sull'imparzialità del processo decisionale.
Tornare indietro è possibile? La buona notizia è che, nonostante alcuni passaggi burocratici, è possibile "tornare indietro" e mantenere un conto tradizionale presso Intesa Sanpaolo. Tuttavia, ciò richiederà l'apertura di un nuovo conto, il che potrebbe essere un processo complicato per alcuni clienti.
Molte testimonianze online rivelano la confusione e la frustrazione dei clienti che si sono ritrovati trasferiti su Isybank. Alcuni si chiedono perché questa decisione sia stata presa senza consultazione, mentre altri lamentano la modalità di comunicazione, che alcuni dicono di non avere compreso appieno. Questo solleva preoccupazioni particolari per i clienti anziani o meno tecnologicamente inclini, che potrebbero non essersi resi conto appieno del cambiamento.
Cosa dice Intesa Sanpaolo? Per la banca, questa mossa rappresenta un vantaggio significativo in termini di riduzione dei costi, poiché Isybank opera principalmente online e non ha filiali fisiche. Questo approccio consente alla banca di abbattere i costi operativi, ma ha suscitato preoccupazioni tra i clienti che preferiscono un contatto fisico con il personale bancario.
In conclusione, il trasferimento automatico dei conti da Intesa Sanpaolo a Isybank ha sollevato dubbi e preoccupazioni tra i clienti. Mentre la banca afferma di aver rispettato le leggi, molti clienti si sentono traditi dalla mancanza di consultazione e dalla comunicazione confusa. È importante che i correntisti valutino attentamente questa situazione e decidano se desiderano rimanere su Isybank o tornare indietro aprendo un nuovo conto tradizionale.
Alla luce di una vicenda simile sarebbe interessante capire un po' di cose. Tanto per cominciare come una banca che ha dichiarato più volte di voler sfondare nel mondo delle assicurazioni danni, possa permettersi un comportamento simile ignorando le necessità del cliente e del consumatore. Anche se in realtà il passato ci insegna che Intesa non è nuova a questi comportamenti nel mondo delle polizze incendio mutui o, peggio ancora, nel mondo TCM. Inoltre, si parla sempre di informazione e tutela del cliente ma, proprio questi ultimi ne escono più che ammaccati visto che il passaggio alla banca digitale di Intesa Sanpaolo comporta aggravi di costi in alcuni casi ben oltre il 100%, nonostante Intesa Sanpaolo affermi che questa “manovra” è stata decisa per diminuire i costi, non specificando bene che gli unici costi a scendere, sarebbero stati quelli del gruppo bancario.
Sempre scorrendo le cause discriminanti che hanno portato Intesa a questa scelta, possiamo scoprire che non saranno assoggettati a questo passaggio gli over 65 vista la loro mancanza di dimestichezza con gli smartphone e le applicazioni, dimenticando però che in Italia, l’utilizzo degli smartphone pare dimezzarsi dopo i 50 anni. Inoltre, la notifica del cambio unilaterale pare sia sufficiente a considerare il cliente avvisato, quindi supponendo che la notifica sia stata effettivamente ricevuta, ma soprattutto letta e compresa. Proprio su questo punto vorrei attirare l’attenzione dei colleghi, soprattutto su quelli che ne fanno largo uso, sullo strumento della firma OTP di compagnia. Sapete perché? Perché Intesa sostiene che tutta questa manovra sia perfettamente in regola e priva di violazioni delle norme in virtù del fatto che la totalità dei soggetti coinvolti abbia aderito alla firma OTP e all’accettazione della ricezione di comunicazioni tramite App. Pensate a cosa potrebbe succedere in futuro se questo strumento venisse utilizzato per scavalcare la nostra figura? Quali potrebbero essere le conseguenze? Credo e spero che questa operazione venga fortemente ridimensionata dagli organi controllanti competenti, ma sono altrettanto certo che aprirà scenari nuovi e imprevedibili dove le scelte o le accettazioni del passato possano creare non poche insidie.
Tiziano Salerno

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