MILANO - Gli analisti sono oramai concordi nel ritenere più che probabile una sforbiciata di 50 punti base dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea a giugno. La presidente Christine Lagarde ha fatto intendere che aprile e maggio saranno ancora mesi interlocutori, utili però per monitorare l'andamento dell'inflazione nel Vecchio Continente.
La prudenza questa volta è legata alle crescenti "tensioni geopolitiche, specialmente in Medio Oriente, che potrebbero portare i prezzi energetici e i costi delle merci a salire ulteriormente nel breve termine, interrompendo il commercio globale”. Gli attacchi dei ribelli yemeniti ai cargo nella tratta del Mar Rosso rappresentano al momento il principale anello debole. Come noto, numerose compagnie hanno deciso di bloccare il flusso dei propri mercantili a causa delle persistenti minacce missilistiche e con droni da parte degli Houthi. La rotta sudafricana sta comportando un innalzamento vertiginoso dei costi del trasporto di semilavorati e di materie prime dall'Asia verso l'Europa.
Il pattugliamento militare del Mar Rosso, al momento, non ha offerto sufficienti garanzie di sicurezza.
In tale contesto la BCE è di fatto presa nella morsa dell'incertezza. Secondo Lagarde “l’inflazione potrebbe rafforzarsi a un livello più elevato rispetto a quanto anticipato anche nel caso in cui i salari aumentassero più delle attese o i margini di profitto si confermassero più resilienti. D’altro canto, però, l’inflazione potrebbe anche sorprendere al ribasso nel caso in cui la politica monetaria zavorrasse la domanda più delle attese, o se il contesto economico nel resto del mondo peggiorasse in modo inaspettato”.
Ipotizzabili tregue a breve termine sui fronti russo-ucraino e mediorientale? Assolutamente no. Con l'arrivo della stagione secca e dei terreni asciutti, è assolutamente probabile il tentativo (e la riuscita) di sfondamento delle linee da parte delle forze armate di Putin. Israele, d'altro canto, prevede il termine delle operazioni militari su Gaza non prima della fine dell'estate e comunque non prima di aver smantellato le ultime resistenze sul terreno dei miliziani di Hamas. Eppoi c'è la questione iraniana. Che dire, ci sono tanti, troppi motivi per non essere ottimisti.
Luigi Giorgetti