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Un momento della presentazione


MILANO - Mercoledì 23 ottobre scorso, ho avuto il privilegio di presentare, di fronte a una folta platea di colleghi milanesi, il volume intitolato “Gli agenti di assicurazione a Milano - Storia del loro Sindacato provinciale” scritto con la passione del sindacalista da Massimo Cingolani il quale ha attinto meticolosamente, come soltanto un collezionista sa fare, dai documenti conservati negli archivi di tanti colleghi che negli anni li hanno preservati dall’oblio. Un’opera meritoria, della quale mi pregio di avere scritto l’introduzione, che si distacca dal semplice assemblaggio delle tante tessere di cui si compone la memoria degli iscritti meneghini al Sindacato nazionale agenti, per assumere la dimensione di un vero e proprio documento storiografico.
Le vecchie generazioni che hanno consumato molto del proprio futuro, hanno il compito di trasmettere la valigia contenente la propria esperienza ai più giovani che non hanno partecipato agli avvenimenti passati e, perché no, anche ai meno giovani che non ricordano, o fingono di non ricordare, di averne preso parte. Attualizzando il pensiero di Sant’Agostino, potremmo affermare che i tempi della società, dell’economia, della stessa civiltà sono tre: il presente del passato che si identifica nella nostra storia pregressa, il presente del presente, ovvero la visione del compito che la collettività ci attribuisce e il presente del futuro, consistente nell’attesa, nelle aspettative verso cui rivolgiamo i nostri sforzi. Un divenire senza soluzione di continuità di cui siamo parte in qualità di interpreti.
Ecco quindi che il valore del libro oltrepassa le esperienze dal sapore vagamente nostalgico vissute in seno alla Provinciale di Milano da personaggi che comunque hanno fatto la storia dello Sna, non soltanto locale, con una lungimiranza che il nazionale avrebbe fatto meglio a cogliere con maggiore attenzione. Esso assume un’importanza universale che contribuisce a consolidare il senso di appartenenza da parte di tutti gli iscritti. Si tratta, se ci pensiamo bene, di una prosecuzione ideale di Sna Story scritto a suo tempo dall’amico Geri Villaroel con la benevolenza del narratore protagonista dei fatti.
Molto avvincente il contributo fornito da Maurizio Bonassina, agente e giornalista milanese al quale gli organizzatori hanno riservato il compito di recensire il libro, il quale ha fatto riferimento alle donne e agli uomini citati nei verbali per svelare situazioni aneddotiche custodite gelosamente nel suo scaffale dei ricordi e delle emozioni. Quello di Massimo, ha detto, è un “calendario al contrario” capace attualizzare ciò che proviene dal passato affinché l’esperienza collettiva e individuale dei nostri predecessori rimanga a disposizione di quanti saranno chiamati a cimentarsi nell’attività sindacale, affinché possano prendere spunto e commisurarsi quotidianamente con le origini. Si tratta di una stele sulla quale sono incisi i principi e i valori sindacali necessari al raffronto morale e ideologico con quelli affaristici prodotti dai tempi attuali nei quali il valore dell’essere umano sembra essere soverchiato dalla progressiva robottizzazione persino nelle relazioni personali.
La Vicepresidente Vicaria del Sindacato Elena Dragoni e il direttore Sna Andrea Bonfanti non hanno fatto mancare il loro plauso all’iniziativa destinata a costituire una delle pietre miliari del lungo cammino sindacale.
Mi hanno colpito molto le parole emozionate dell’autore, già Presidente della Provinciale prima di Emiliano Ortelli, quest’ultimo nelle vesti del padrone di casa e moderatore dell’evento, ma anche l’affezionato saluto di Romano Boccolari e Francesco Procopio, anch’essi ex Presidenti provinciali e infine la testimonianza di numerosi colleghi che hanno recato la propria testimonianza di agenti prima e di iscritti al Sindacato poi, in una realtà stimolante e insieme complessa come quella milanese, sempre all’avanguardia in campo economico e imprenditoriale.
L’auspicio è che il lodevole gesto dei colleghi ambrosiani sia ripreso da altre Provinciali e che il patrimonio documentale dello Sna, per non andare disperso, trovi la sua giusta collocazione in una "Banca della Memoria" informatica e in un Museo dedicati a raccontare i 105 anni di storia sindacale passata e i tanti a venire.
Roberto Bianchi

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