♦ Il 57° Congresso Nazionale Sna è terminato da pochi giorni ed è trascorso il tempo giusto per socializzare alcune riflessioni sul dibattito politico che ne è scaturito. Sembra in effetti che, per alcuni iscritti, prevalgano le considerazioni intorno agli aggettivi “opportuno” ed “inopportuno” riferiti alle scelte imprenditoriali del nostro Presidente Nazionale e di altri colleghi, anziché i grandi temi sulla contrattazione di primo livello o sulla tutela dei diritti degli agenti.
La vicenda è ormai abbondantemente nota, come del resto è la modalità con la quale è stata portata all’attenzione di tutti noi ma, partendo dal presupposto che non si intravede alcuna violazione di norme e/o di regolamenti e nemmeno dello statuto Sna (cosa sulla quale mi sento di dire che siamo tutti d’accordo) rimane sul tavolo il solo confronto tra due situazioni meramente soggettive ossia, chi considera inopportune tali scelte e chi invece pensa che non lo siano.
Opportuno, ossia appropriato, adatto, conveniente a una data circostanza, esigenza o scopo, anziché inopportuno cioè contrario, più o meno risolutamente, alla convenienza del momento e quindi inadatto, non appropriato alla situazione o allo scopo. Sforzandoci di guardare un attimo oltre la propria convinzione individuale, figlia di un ragionamento del tutto personale, ci si chiede se un comportamento, semmai definibile inopportuno e sicuramente non censurabile ai fini normativi, possa generare qualche disagio ed a chi. Inopportuno non è sinonimo di imbarazzante e nemmeno di vietato o ancor di meno di fraudolento.
Inopportuno non è certamente sinonimo di ingannevole o di illecito. Inopportuno è l’idea che un comportamento, seppur analizzato nella sua complessità, rappresenti uno stato contrario ai propri valori nonostante non potrà mai essere sanzionato. Si tratta di un dibattito filosofico appassionante ma, oltre alle predette considerazioni, mi chiedo: se per ipotesi fosse davvero inopportuno aver costituito una nuova società di capitali nelle modalità ampiamente divulgate e sicuramente in assenza di qualsiasi violazione normativa, cosa si potrebbe temere e soprattutto per chi? Cosa potrebbe derivare di pericoloso, e per chi, da tale situazione?
Personalmente, al Congresso mi sarei atteso, da parte di chi parla di inopportunità con tanta veemenza, almeno una mozione di sfiducia con tanto di richiesta di votazione, cosa che non solo non è avvenuta, ma anche le voci più critiche è sempre arrivata la conferma della piena legittimità dell’operazione professionale/societaria e piena fiducia al Presidente nazionale nel suo ruolo di massimo rappresentante del Sindacato e della Categoria agenziale, sulla sua leadership e sulle sue scelte programmatiche. Se il tema quindi si racchiude intorno alla sensibilità personale di ognuno di noi, al netto come ampiamente detto della totale assenza di qualsiasi violazione normativa e statutaria, forse sarebbe ora di mettere una bella pietra sulla questione e tornare tutti ad occuparci di cose più importanti.
Il dibattito che nasce da un palese tentativo di screditare gli individui, con lo scopo dichiarato di evidenziare delle incoerenze rispetto ai principi e ai valori sindacali che da anni il nostro Presidente ha posto al centro della rappresentanza degli agenti, non è un dibattito sano, ma molto malato ed anche parecchio poco lucido perché costruito sui “se fosse vero, sarebbe gravissimo” oppure “si dice che, ma non ci credo” o anche “potrebbe essere in questo modo, ma non ne siamo certi”, nella spasmodica ricerca di insinuare il dubbio nel lettore, farcendo una notizia vera, ad esempio una visura camerale, con le più meschine insinuazioni e le più fantasiose supposizioni, in assenza di prove. Mi spiace deludere qualcuno, ma personalmente non dedico alcun tempo alle notizie che vengono esposte con il metodo del dire e non dire, al chiaro scopo di evitare querele e quindi senza alcun coraggio né prova a sostegno delle proprie illazioni.
Non abbiamo necessità di persone che sanno costruire solo incertezze, basandosi sempre sulle opacità e meschinità degli esseri umani. Dimensioni che spesso appartengono proprio agli accusatori, quelli che puntano il dito senza averne alcun titolo, ignorando e negando le più trasparenti verità. Esistono persone che sostengono che la terra sia piatta anziché tonda oppure che l’uomo non sia mai andato sulla luna e sarebbero disposti ad argomentare le loro convinzioni negando la realtà storica, geografica, fisica e documentale. Sono liberi di pensarlo, ma chi non crede a queste ipotesi e si documenta e si affida alla scienza ed alla conoscenza ha altrettanta libertà di pensarla in modo totalmente diverso. E se fosse invece opportuno costituire una società agente per dare l’esempio di nuove sfide imprenditoriali nell’ambito della distribuzione?
Utilizzando tutti gli strumenti di scopo per ottenere una compagine sociale solida e protetta, farle ottenere un mandato agenziale ai sensi dell’ANA vigente con l’aggiunta della proprietà dei dati e di provvigioni tali da poter remunerare le collaborazioni orizzontali con provvigioni da mandato diretto?
Il tutto con un produttore dell’industria assicurativa che viene avvicinato alla distribuzione per il tramite del nostro tanto amato canale agenziale? Dal mio punto di vita un sogno che si realizza e che potrebbe aprire nuove vie sul sentiero che molti di noi stanno percorrendo da intermediari ad imprenditori assicurativi. E se fosse vero che il nostro Ente Bilaterale Ebisep goda di buona salute e che i soldi raccolti venissero amministrati correttamente tanto da realizzare un valore per tutti gli aderenti? E se davvero non esistessero “scheletri negli armadi” dei quadri nazionali del Sindacato?
Se fosse vero che gli stessi governassero al meglio delle loro capacità le politiche sindacali, da volontari, con un altissimo livello di affezione alla nostra sacra istituzione? E se fosse sempre possibile alimentare il dibattito democratico dal basso, grazie ad uno statuto che tutelasse sempre le libertà ed i diritti degli iscritti, presidiando sul rispetto dei loro doveri? E se davvero avessimo una struttura nazionale efficiente ed efficace, nonostante si tratti di una associazione di volontari, con dei dipendenti attenti e preparati a presidiare i bisogni della nostra categoria?
Ed infine, e se davvero la società di servizi Snas Srl avesse sempre dimostrato la piena capacità operativa nel compiere gli scopi per i quali è stata fondata dal suo socio unico? Beh, se fosse davvero cosi, sarebbe il più grande e forte Sindacato Nazionale degli Agenti di Assicurazione ed avremmo tutti il dovere di difenderlo e tutelarlo da chi vuole denigrarlo, distruggerlo, offenderlo ed infangarlo. Non permettiamo che avvenga mai più, non scordiamoci mai più chi siamo e da dove arriva la nostra storia di battaglie sindacali in tutela di tutti gli agenti di assicurazione.
Marcello Bazzano