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Giancarlo Giorgetti


MILANO - Se miliardi di euro all'anno (salvo eventi straordinari ipotizzabili come grandi terremoti o eruzioni vulcaniche). E' questo l'ammontare delle risorse che lo Stato stanzia per sostenere famiglie ed imprese all'indomani di calamità naturali. Risorse che da anni sono nel mirino del Ministero delle Finanze: l'idea è quella di trasferire il rischio in capo alle compagnie di assicurazioni e, di conseguenza, sui proprietari di abitazioni e sui titolari di partite Iva e sollevare così le casse pubbliche dagli oneri diretti.
L'idea si scontra, però, con l'impopolarità della misura.
Il dibattito è apertissimo. Ma occorre distinguere: se, infatti, per le imprese la norma è già stata approvata e la polizza contro le calamità naturali è imposta (salvo alcune eccezioni) a far data dal 31 dicembre 2024, per i privati la partita è aperta.
Per comprendere meglio il clima politico, va detto che alcuni emendamenti di esponenti della maggioranza (a firma Paola Ambrogio, Guido Liris e Fausto Orsomarso, tutti di FdI) che puntavano a posticipare la data dell'obbligo di assicurazione per le imprese, sono stati ritirati, dopo le pressioni - dicono alcuni - da parte del ministro Giancarlo Giorgetti e della stessa premier Giorgia Meloni.
D'altra parte, la legge sulla polizza assicurativa per le imprese è già obbligatoria: è stata, infatti, votata dal Parlamento a fine dicembre 2023 nella Legge di Bilancio 2024. Ogni rinvio implicherebbe una variazione dei conti pubblici.
Per i privati, invece, le cose sono diverse:  per Forza Italia, Lega e Noi Moderati le polizze dovranno essere solo facoltative.  Con sfaccettature diverse, si allineano anche i Verdi e Italia Viva secondo i quali si tratterebbe di fatto di una patrimoniale mascherata, di una tassa occulta.
Luigi Giorgetti

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