Sabato, 18, Mag, 7:54 AM

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Giacomo Anedda


♦ Ho trovato curioso che all’indomani del 55° Congresso Nazionale Sna, opportunamente titolato “Conoscenza è Indipendenza”, un tale di nome Pasquale S. abbia sentito il bisogno e l’urgenza di utilizzare il profilo Linkedin per affermare che, a suo dire, lo Sna starebbe perdendo tempo nell’occuparsi di cultura imprenditoriale, per la semplice ragione – sostiene Pasquale – “che la conoscenza attiene alla sfera individuale e personale e nulla avrebbe a che fare con l’indipendenza”.
Di più: proprio quest’ultima (l’indipendenza) sarebbe perfino inconciliabile con la natura professionale che si instaura attraverso un mandato attribuito all’agente da una compagnia di assicurazione.
Voglio davvero essere ecumenico e credere che forse, il nostro osservatore voleva davvero essere utile, suggerendo a Claudio Demozzi e a tutti noi che a vario titolo ci occupiamo di sindacato, di essere più prosaici, più costruttivi. Di puntare su argomenti concreti e lasciare ad altri la filosofia.
Forse intendeva davvero dare un contributo – a suo modo - alla strategia sindacale di quella che risulta essere l’unica associazione di rappresentanza a difesa e tutela della categoria degli intermediari assicurativi iscritti nella Sez. A del Rui in Italia e, forse, seppure del tutto involontariamente, Pasquale ci è riuscito, dando voce al lato oscuro del pensiero di tanti, troppi intermediari, i quali pensano sia normale credere di essere soggetti parasubordinati, il cui compito principale sarebbe quello di soddisfare i desideri delle proprie mandanti e applicare senza discutere le direttive volta per volta ricevute.
Dal suo punto di vista, Pasquale si sente al sicuro e a proprio agio, in un mercato in cui la conoscenza e la formazione professionale, è delegata alle mandanti e, pertanto, rifiuta l’idea di un sindacato proteso ad abbattere vecchi luoghi comuni, primo fra tutti quello secondo cui gli agenti non sarebbero nulla senza le compagnie di assicurazione. Per Pasquale, un sindacato impegnato nell’inculcare una cultura assicurativa che metta in primo piano le ragioni imprenditoriali dell’intermediario, è spiazzante se non addirittura inconciliabile per coloro che si affidano alle strategie economiche delle compagnie.
Avere conoscenza e consapevolezza dei propri diritti, così come dei propri doveri, già questo è propedeutico per poter rivendicare la necessaria indipendenza imprenditoriale, anche per gli agenti di assicurazione, che devono essere aiutati nella scelta del modello economico più vantaggioso per le proprie aziende, come spiegato anche dai docenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, a cui lo Sna ha commissionato un corso di formazione per agenti desiderosi di approcciare il mercato nel migliore dei modi.
Giacomo Anedda

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